VINO, OLIO E CIVILTÀ

Vinum Temetum et Oleum ex Albis Ulivis

📣 Domenica 26 ottobre – Loc. Granaione, Campagnatico (GR)

Un viaggio tra archeologia, storia e gusto, alla scoperta di vite e olivo, dalle origini preistoriche all’epoca romana, tra varietà antiche e rotte del Mediterraneo.

📖 Conferenze con specialisti
⚒️ Rievocazione storica con il gruppo Antichi Popoli
🍇🍈 Degustazioni di olio e vino prodotto secondo la tradizione etrusca

👉 Programma completo: conferenza, brunch conviviale, presentazioni e un’apericena con degustazioni uniche.
10.30 Accoglienza
11.00 Vino e olio in epoca etrusca e romana
con SARA ROJO e RICCARDO CHESSA (GLI ALBORI)
13.00 Brunch conviviale
15.00 La vinificazione in epoca etrusca
rievocazione con il gruppo: ANTICHI POPOLI
16.30 Presentazione del progetto:
Vinum Temetum et Oleum ex Albis Ulivis
con PAOLA PRESTI e CHIARA VITA (Fondazione PIN – UniFI)
17.00 Apericena e degustazioni
+ vino prodotto in dolio secondo la tradizione etrusca
con FRANCESCO MONDINI (Associazione VINUM TEMETUM)

📍 Gli Albori – Agriturismo S. Caterina, Loc. Granaione 84 – Campagnatico (GR)
📞 Info e prenotazioni: 333 4410700 – riccardo.chessa@virgilio.it

QUANDO L’UOMO ERA PLURALE

Incontri tra specie – 15-16 novembre 2025, Gli Albori (Granaione, GR)

Due giorni per tornare indietro nel tempo, quando sulla Terra convivevano tre specie umane: Homo sapiens, Neanderthal e Denisova.
Presso il Laboratorio di Archeologia sperimentale Gli Albori, il 15 e 16 novembre 2025 si terrà un corso di aggiornamento in antropologia che unisce le più recenti scoperte scientifiche a laboratori pratici ed esperienze immersive.

Il programma prevede seminari con specialisti, momenti di sperimentazione – dalla produzione della prima colla vegetale alla lavorazione del vetro e della ceramica – fino a un omaggio alla celebre archeologa Raffaella Poggiani Keller con la presentazione della riproduzione della capanna di Scarceta (GR). Non mancheranno le attività conviviali: cene con cucina tradizionale toscana (anche vegetariana), visite guidate e perfino una gara di tiro con l’arco all’Archeodromo.

Un’occasione unica per vivere la preistoria in prima persona, confrontandosi con i progressi della ricerca antropologica e con esperienze che rendono tangibile la vita delle nostre origini.

👉 Quota di partecipazione: €105 con pernottamento (supplemento singola €25), €75 senza camera.
👉 Prenotazioni: Riccardo Chessa – 333 4410700 – riccardo.chessa@virgilio.it

Seminario di aggiornamento + Workshop di archeologia sperimentale + Open day

Paleoantropologia, Paleogenomica e Archeologia sperimentale: didattica della Preistoria e nuove scoperte sul processo di ominazione

5-6 novembre 2022

Open day: conclusioni del Seminario e presentazione delle proposte didattiche 2022-23

6 novembre 2022 pomeriggio

Parco Archeologico de “GLI ALBORI” – Agriturismo “S. CATERINA”, Campagnatico (GR) – Loc. Granaione n° 84

PRESENTAZIONE

SEMINARIO e WORKSHOP consentiranno di acquisire e aggiornare conoscenze e competenze scientifiche nell’ambito della Paleoantropologia, della Paleogenomica e dell’Archeologia sperimentale, permettendo di ripercorrere il percorso evolutivo che ha portato all’Uomo moderno con un approccio didattico, multidisciplinare e trasversale.
Durante i laboratori pratici sarà possibile sperimentare l’applicazione di tecnologie preistoriche e utilizzare gli strumenti culturali e metodologici acquisiti, sviluppando la capacità di elaborare e interpretare criticamente le informazioni ricevute nei diversi ambiti e con diversi strumenti comunicativi, valutandone attendibilità, utilità e modalità di inserimento nella programmazione scolastica.
La relazione conclusiva del Seminario sarà aperta al pubblico, che potrà partecipare alla successiva presentazione della nuova offerta didattica proposta dal Parco Archeologico de “Gli ALBORI” per l’anno scolastico 2022-23.

ARGOMENTI

  • I pilastri dell’evoluzione umana, dall’Australopiteco all’Homo Sapiens: retrodatazioni e aggiornamenti.
  • Sapiens, Neanderthal e Denisova: gli antenati dell’Uomo moderno? Le scoperte del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2022, il biologo e genetista svedese Svante Pääbo, padre della Paleogenomica. La resurrezione del mammuth.
  • La scoperta del fuoco: un viaggio lungo 790mila anni.
  • L’arte nella preistoria: anche i Neanderthal dipingevano.
  • L’Archeologia sperimentale. La nascita, gli obiettivi, le applicazioni scientifiche, didattiche e divulgative.
  • Laboratori di Archeologia sperimentale applicata all’ambito preistorico.

DESTINATARI

Docenti delle scuole di ogni ordine e grado per i quali, in base al numero dei partecipanti, potranno essere organizzati percorsi e approfondimenti differenziati.

DURATA

L’evento formativo si svolgerà nell’arco del fine settimana del 5-6 novembre 2022 per un totale di 15 ore di attività. Sarà possibile iscriversi e partecipare anche solo all’OPEN DAY di domenica 6 pomeriggio.

METODOLOGIE DIDATTICHE

La formazione si articola in 4 parti, in cui teoria e pratica si alternano e si fondono tra loro per permettere ai partecipanti di sperimentare in prima persona la metodologia didattica sia come fruitori che come conduttori. Ciascuna parte è suddivisa in SEMINARIO teorico, presentato come lezione frontale + WORKSHOP in cui sono previste dimostrazioni pratiche, attività individuali e di gruppo, spiegazioni teoriche relative alle tecniche di conduzione dei laboratori didattici; infine, ai partecipanti viene richiesto di sperimentarsi come conduttori in sessioni che prevedono il lavoro in piccoli gruppi.
Inoltre, sono previsti e stimolati momenti di presentazione e discussione delle attività teoriche e pratiche da parte dei partecipanti.

RELATORI

  • Direttore scientifico: Angelo Barili, paleoantropologo, Università di Perugia (Galleria di Storia Naturale, UniPG).
  • Riccardo Chessa, archeologo sperimentale, direttore del Parco Archeologico de “GLI ALBORI”.

MATERIALI E ATTESTATO FINALE

Una dispensa + materiali didattici completeranno il KIT dei docenti partecipanti al Seminario.
Al termine dell’evento verrà rilasciato un Attestato di Partecipazione personalizzato.

COSTI E MODALITÀ DI PAGAMENTO

  • OPEN DAY + tea time: 8€.
  • SEMINARIO + WORKSHOP + OPEN DAY + 2 pranzi + 2 coffe break + 2 tea time: 40€.
  • SEMINARIO + WORKSHOP + OPEN DAY + 1 pernottamento presso l’Agriturismo “S. Caterina”
    + 2 pranzi + 2 coffe break + 2 tea time: 75€.

Pagamento in contanti oppure con carta di credito il giorno dell’arrivo, al momento della registrazione.

MODALITÀ DI ISCRIZIONE

Le richieste di iscrizione al SEMINARIO + WORKSHOP devono pervenire alla mail: riccardo.chessa@virgilio.it entro e non oltre il 19 ottobre 2022.
Le iscrizioni al solo OPEN DAY sono possibili fino al 2 novembre.
Si prega di indicare nel testo della mail: nome, cognome, scuola di riferimento, recapito telefonico.
Inoltre: eventuali allergie, intolleranze o limitazioni alimentari, richiesta di pernottamento.

POSTI DISPONIBILI E CANCELLAZIONE

Potranno partecipare al SEMINARIO + WORKSHOP solo i primi 50 iscritti, in ordine cronologico di richiesta, mentre i posti-letto disponibili saranno in totale 20.
La sopravvenuta impossibilità a partecipare, in particolare al SEMINARIO + WORKSHOP con pernottamento, deve essere comunicata tempestivamente, in modo da permettere il subentro di chi sia in lista d’attesa.

INFORMAZIONI

Per ulteriori informazioni è possibile contattare:
Riccardo Chessa – riccardo.chessa@virgilio.it; cell. 333 4410700 (orario: 17.00 – 20.00).

PROGRAMMA

Sabato 5 novembre
   8.30 –   9.00  Accoglienza e registrazione dei partecipanti al Seminario
   9.00 – 11.00 Seminario I parte
11.00 – 11.15 Coffee break
11.15 – 12.45 Workshop di Archeologia sperimentale 1
12.45 – 13.00 Dibattito
13.00 – 14.30 Pausa pranzo
14.30 – 16.30 Seminario II parte
16.30 – 16.45 Tea time
16.45 – 18.15 Workshop di Archeologia sperimentale 2
18.15 – 18.30 Dibattito

Domenica 6 novembre
   9.00 – 11.00 Seminario III parte
11.00 – 11.15 Coffee break
11.15 – 12.45 Workshop di Archeologia sperimentale 3
12.45 – 13.00 Dibattito
13.00 – 14.30 Pausa pranzo
14.00 – 14.30 Accoglienza e registrazione dei partecipanti all’OPEN DAY
14.30 – 16.30 Seminario IV parte – Conclusioni
16.30 – 16.45 Tea time
16.45 – 18.15 Presentazione dell’offerta didattica 2022-2023
18.15 – 18.30 Saluti finali

Archeoworld a BluEtrusco

VII Festival della cultura etrusca

Un viaggio alla scoperta degli antichi Etruschi con tre giorni di rievocazioni storiche, laboratori didattici, visite guidate, conferenze e riscoperta delle tecniche artigianali e dei cibi etruschi

Murlo (SI), 22-24 luglio 2022

Negli anni Novanta, uno studio dell’Università Statale di Torino scoprì sorprendenti analogie fra il DNA etrusco e quello dei murlesi ed è qui che sorge uno degli insediamenti archeologici etruschi più importanti in Italia, Poggio Civitate, i cui reperti archeologici sono custoditi nel Museo archeologico di Murlo – Antiquarium di Poggio Civitate. A questo legame ancestrale il Comune di Murlo rende omaggio con BluEtrusco, il Festival della cultura etrusca giunto alla VII edizione e voluto per far conoscere le origini e la storia del borgo e per raccontare la vita quotidiana degli Etruschi.

Nelle giornate di sabato e domenica la nostra Associazione culturale Archeoworld, guidata dal Presidente Riccardo Chessa, insieme a Deborah Coron, Deborah Quaglia e Alberto Rossi, ha organizzato laboratori didattici per grandi e piccoli dedicati alla forgiatura di oggetti in bronzo e alla riproduzione di vari oggetti esposti nel museo locale, in particolare coppi, tegole, antefisse e lastre in terracotta per la costruzione e decorazione di tetti. Le altre associazioni coinvolte nel progetto – Antichi popoli, Herentas e Suodales, si sono dedicate a dimostrazioni e laboratori dedicati alla scrittura, alla musica, al culto religioso e ai vari aspetti della vita quotidiana, avvalendosi di riproduzioni di costumi e di utensili etruschi.
Sabato 23 Francesco Mondini, dell’Azienda Agricola Bio casentina Tarazona, ha presentato il vino etrusco e parlato della riscoperta degli antichi vitigni e della particolare produzione con cui propone un vino unico, prodotto come 2500 anni fa, nel rispetto dei metodi italici e della conservazione delle spremiture in anfore di terracotta sigillate con la cera.

Gli appassionati di storia e di passeggiate hanno potuto partecipare a conferenze in compagnia di ricercatori, archeologi e studiosi, a percorsi di archeotrekking che dal Museo archeologico di Murlo hanno raggiunto Poggio Civitate oppure all’iniziativa “Colazione al Museo”, con un concerto di musica da camera, colazione e visita guidata al Museo e ai magazzini aperti in via straordinaria per mostrare parte del ricco patrimonio archeologico proveniente dagli scavi. Alle attività hanno partecipato anche i docenti e gli studenti americani della Amherst University del Massachusetts guidati dal professor Anthony Tuck, direttore degli scavi di Poggio Civitate. E infine, spettacoli dal vivo ci hanno intrattenuto fino a notte…

I nostri particolari ringraziamenti per l’ospitalità vanno a Davide Ricci, sindaco di Murlo, e per la grande accoglienza a Folco Biagi, direttore del Museo Archeologico di Murlo – Antiquarium di Poggio Civitate.
Patrocini: Regione Toscana, Provincia di Siena, Unione dei Comuni della Valdimerse e Fondazione Musei Senesi.

Archeologia sperimentale e imitativa

Che cos'è l'archeologia sperimentale?

“L’Archeologia è la scienza dell’antichità che mira alla ricostruzione delle civiltà antiche attraverso lo studio delle testimonianze materiali (monumentali, epigrafiche, numismatiche, dei manufatti ecc.), anche mediante il concorso di eventuali fonti scritte e iconografiche” (Vocabolario Treccani). Il termine deriva dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, “antico”, e λόγος, “discorso” o “studio”; era già impiegato dagli storici antichi (es. Tucidide) nel suo senso letterale di “discorso sul passato”. Solo a partire dall’Umanesimo (es. Ciriaco d’Ancona, considerato il padre dell’Archeologia), si sviluppa l’interesse per il passato classico e quindi un collezionismo di antichità greco-romane, dalle opere d’arte agli oggetti di uso comune, che portano a numerose scoperte archeologiche e a un sempre maggiore interesse da parte del mondo accademico e in generale.

L’Archeologia sperimentale nasce in ambiente anglosassone a partire dagli anni ‘60 del XX secolo come sotto-disciplina dell’Archeologia, con la funzione di verificare le interpretazioni degli studiosi sottoponendole a processi di sperimentazione. In seguito, grazie al lavoro di John Coles (1979) e poi di Peter Reynolds (1999), assume la fisionomia di teorica scientifica e, insieme all’indagine basata sul reperto, acquista importanza quella sul processo per realizzarlo promossa dalla New Archaeology (Vidale 2004).

Sperimentare significa mettere in discussione, attraverso un processo empirico, la concezione, la realizzazione e la funzione di un manufatto. Quindi, l’Archeologia sperimentale mette in atto un esperimento imitativo controllabile e replicabile riferito a un manufatto del passato per generare e verificare ipotesi e interpretazioni archeologiche o per proporne di nuove. Infatti, la sperimentazione archeologica si accompagna alle attività con finalità esperienziali che riguardano la riproduzione di tecniche e lavorazioni conosciute quali, per esempio, la scheggiatura della selce, l’accensione del fuoco, la lavorazione della ceramica o dei metalli, le tecniche costruttive. L’esperienza archeologica consente sia di imparare che di mettere in atto una tecnica, favorendo la comprensione di quelle che potevano essere le modalità produttive e le problematiche relative a determinate pratiche del passato, suscitando coinvolgimento emotivo nei partecipanti alle attività e innescando quindi un atteggiamento positivo di curiosità nei confronti della tematica archeologica. Per questo motivo, l’attività esperienziale trova un notevole sviluppo nell’ambito dell’apprendimento e della divulgazione.

L’Archeologia sperimentale soffre sostanzialmente di due grossi problemi:

  • I reperti archeologici sono troppo preziosi per rischiare che siano danneggiati, pertanto la loro disponibilità per analisi approfondite è limitata (per pezzi unici è addirittura nulla). In tal modo viene a mancare una delle premesse fondamentali per una ricerca sul tema.
  • I reperti archeologici sono spesso incompleti, danneggiati, rovinati dall’uso e dal tempo. Questo fa sì che vi siano difficoltà nel trovare elementi che permettono di intuirne le tecniche realizzative; le stesse operazioni di finitura, realizzate in antichità, finiscono per coprire le tracce della lavorazione.

L’approccio esperienziale all’Archeologia si attua su più livelli interconnessi che determinano un diverso rapporto con la tematica storica:

  • un primo livello rigorosamente scientifico e sperimentale fornisce dati interpretativi sulla base di dati oggettivi provenienti da contesti archeologici indagati stratigraficamente;
  • un livello imitativo fornisce a livello didattico e museale un importante ponte verso la realtà preistorica e storica oggetto di studio, permettendo inoltre di avvicinare il grande pubblico e far interessare i bambini.
  • un livello spettacolarizzante completa l’aggancio emotivo e trasforma l’esperienza archeologica in un momento importante non solo per il processo di apprendimento, ma anche per la valorizzazione del territorio e dei Beni Culturali.

Credere vs dimostrare

La Scienza non è una religione, né una cieca sottomissione a quello che qualcun altro ha detto, ma è un metodo, un sistema che porta a produrre conoscenza attraverso esperimenti, ipotesi e dimostrazioni.

La differenza tra Archeologia sperimentale
ed esperienziale-imitativa 

  • L’ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE è un metodo scientifico di ricerca che, attraverso l’uso attivo dell’esperimento, contribuisce a fornire nuove spiegazioni e a confermare oppure smentire interpretazioni elaborate dai dati di scavo (Reynolds 1999). Allo studio del passato vengono applicate le regole del Metodo Sperimentale (o scientifico empirico) galileiano che si sviluppa in cinque fasi:
  • In linea con l’approccio delle scienze sperimentali, questa disciplina impone un rigoroso metodo di lavoro, in modo da ottenere risultati condivisibili, riproducibili e misurabili.
    Una caratteristica peculiare dell’archeologia sperimentale è l’interdisciplinarità: il dover indagare sulle tecnologie antiche impone la necessità di istruirsi sulle varie tecnologie e informarsi sui relativi aspetti scientifici per cui, oltre alla manualità dell’archeologo sperimentalista, ci si deve comunque avvalere di altri specialisti quali archeometristi, chimici, biologi, fisici, geologi, etnologi. Per esempio, indagando su come potesse essere realizzata una spada di bronzo, potrebbero essere necessari l’impegno di un fonditore professionale, di un ingegnere meccanico, di un chimico, di un geologo, di uno scalpellino, ecc., competenze tutte supervisionate e messe in relazione dall’archeologo.
    Il risultato non è il manufatto riprodotto, ma l’insieme di conoscenze che si ricavano durante il lavoro di ricerca.
  • L’ARCHEOLOGIA IMITATIVA non ha il rigore scientifico della sperimentazione archeologica,  si limita alla riproduzione di manufatti, ma se condotta correttamente ai fini divulgativi e didattici, concorre comunque a rendere l’approccio al passato un’emozione coinvolgente e stimolante dal punto di vista cognitivo. Le repliche dei manufatti antichi, la suggestione dei segni del tempo, la possibilità di avere un rapporto esperienziale con l’antichità, possono costituire un aspetto importante di un allestimento museale, sono elementi di grande valore nel processo di apprendimento e come tali devono essere colti dal mondo dell’insegnamento quali utili strumenti. Spesso i laboratori didattici vengono accompagnati da un setting altrettanto coinvolgente, la Living History, con la ricostruzione di ambienti e situazioni. In ogni caso, queste pratiche sono direttamente connesse con l’Archeologia sperimentale e l’accuratezza del lavoro scientifico determina la qualità del lavoro didattico e divulgativo.

Attraverso lo studio e la ricostruzione dei processi tecnologici possiamo comprendere i significati adattativi delle tecnologie nel corso dell’evoluzione umana. Conosciamo in dettaglio le modalità impiegate dall’uomo per produrre i suoi manufatti, le difficoltà che poteva incontrare nella fase operativa, la presenza e la funzionalità dei prodotti di scarto.

La sperimentazione permette di elaborare uno schema operativo riproducibile:

  • la produzione di un manufatto con una determinata tecnica;
  • la comprensione della relazione che esiste tra i processi “in vivo” (living processing) e i prodotti archeologici;
  • la dimostrazione o la confutazione di una ricostruzione archeologica.

Per conoscere questi aspetti, non è sufficiente studiarne le testimonianze, ma occorre anche, ove sia possibile, ripeterne i processi. L’archeologo prende in considerazione gli utensili degli attuali popoli “primitivi” e osserva le modalità di realizzazione di particolari attrezzi che sono simili a quelli del passato.
L’archeologia sperimentale si distingue decisamente da quelle “false sperimentazioni” che prevedono la produzione di oggetti o strutture senza il rispetto del rigore scientifico.

Attraverso una accurata analisi tecnologica dei reperti e una valida riproduzione sperimentale è possibile ricostruire un percorso tecnologico che raggiunga i seguenti obiettivi:

  • analisi e valutazione delle tecnologie adottate
  • tempi e difficoltà di costruzione
  • funzionalità
  • efficacia e durata dei manufatti.