Le prime civiltà
La Protostoria è l’ultimo periodo della Preistoria, quello più vicino ai giorni nostri, in cui si nasce e si sviluppa una rivoluzione culturale che porta l’uomo a costituire le prime civiltà. La Protostoria si distingue dalla Storia soprattutto per l’assenza della scrittura; la Protostoria è quindi quel periodo intermedio tra la Preistoria e la Storia in parte coincidente con il Neolitico.
Note cronologiche:
- 3500 a.C.: invenzione della scrittura.
- 3 500 a.C.: inizia l’Era della metallurgia. La prima ‘civiltà dei metalli’ comincia con l’uso dell’oro a scopi ornamentali e prosegue con l’Età del Rame (Eneolitico), epoca in cui avvengono anche la domesticazione del cavallo e l’invenzione della ruota. Migliorando le tecniche di fusione, l’uomo impara a formare una lega del rame con lo stagno ottenendo così il bronzo, molto più duro e utilizzato per armi e utensili.
- 3 000 a.C.: prime grandi civiltà idrauliche sorte sui grandi fiumi del Nilo e del Tigri-Eufrate. La pianificazione e il controllo delle acque conducono ad uno sviluppo dell’economia agricola. Inizio dell’urbanizzazione e sviluppo delle scienze funzionali all’agricoltura: matematica, geometria, astronomia, ingegneria.
- Circa 2 300 – 725 a.C.: Età del Bronzo. In ambiente egeo e in diverse regioni dell’area balcanico-danubiana, la fine di questa età è invece posta intorno al 1100 a.C., in Italia verso il 1000 a.C.
- Età del Ferro. Comprende all’incirca un periodo che va dalla fine del II millennio a tutto il I millennio a.C. (inizia intorno al XIII secolo a.C. nel mondo mediterraneo e nel Vicino Oriente; tra il IX e l’VIII secolo a.C. nell’Europa settentrionale).
Nella Protostoria l’uomo vive in comunità stanziali, segna la nascita delle prime città, si sviluppano la produzione agricola e l’allevamento, nascono le prime società complesse con persone stabilmente dedicate ad attività extra-alimentari come la produzione artigianale. Alla base della crescita e dei risultati ottenuti dall’uomo nel corso della Protostoria troviamo la diffusione dell’agricoltura. La rivoluzione della Protostoria si verifica nelle terre più fertili come nella ‘Mezzaluna fertile’ lungo le sponde del Tigri e dell’Eufrate o di altri grandi fiumi come il Nilo e l’Indo.
Grazie al surplus agricolo, si registra una rapida crescita demografica dei villaggi e una parte della popolazione può dedicarsi ad attività produttive diverse dall’agricoltura, dall’allevamento e dalla caccia. La maggiore attività artigianale, con la conseguente specializzazione del lavoro, consentono indirettamente di migliorare le tecniche produttive in ogni campo, innescando l’ulteriore aumento della produzione agricola e del surplus alimentare. Grazie alla vicinanza temporale, la Protostoria può vantare sulla presenza di una maggiore quantità di materiali archeologici rispetto al Mesolitico, per cui consente di ricostruire meglio la vita di queste prime comunità. Inoltre, pur mancando la scrittura, la vita degli uomini della Protostoria viene spesso narrata nei documenti scritti delle civiltà successive più recenti, che ne raccontano le vicende e le origini (es. Bibbia). Molte civiltà citano le culture protostoriche come fonti naturali al fine di giustificare un sistema giuridico, una prassi o una religione.