Che cos'è l'archeologia sperimentale?
“L’Archeologia è la scienza dell’antichità che mira alla ricostruzione delle civiltà antiche attraverso lo studio delle testimonianze materiali (monumentali, epigrafiche, numismatiche, dei manufatti ecc.), anche mediante il concorso di eventuali fonti scritte e iconografiche” (Vocabolario Treccani). Il termine deriva dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, “antico”, e λόγος, “discorso” o “studio”; era già impiegato dagli storici antichi (es. Tucidide) nel suo senso letterale di “discorso sul passato”. Solo a partire dall’Umanesimo (es. Ciriaco d’Ancona, considerato il padre dell’Archeologia), si sviluppa l’interesse per il passato classico e quindi un collezionismo di antichità greco-romane, dalle opere d’arte agli oggetti di uso comune, che portano a numerose scoperte archeologiche e a un sempre maggiore interesse da parte del mondo accademico e in generale.
L’Archeologia sperimentale nasce in ambiente anglosassone a partire dagli anni ‘60 del XX secolo come sotto-disciplina dell’Archeologia, con la funzione di verificare le interpretazioni degli studiosi sottoponendole a processi di sperimentazione. In seguito, grazie al lavoro di John Coles (1979) e poi di Peter Reynolds (1999), assume la fisionomia di teorica scientifica e, insieme all’indagine basata sul reperto, acquista importanza quella sul processo per realizzarlo promossa dalla New Archaeology (Vidale 2004).
Sperimentare significa mettere in discussione, attraverso un processo empirico, la concezione, la realizzazione e la funzione di un manufatto. Quindi, l’Archeologia sperimentale mette in atto un esperimento imitativo controllabile e replicabile riferito a un manufatto del passato per generare e verificare ipotesi e interpretazioni archeologiche o per proporne di nuove. Infatti, la sperimentazione archeologica si accompagna alle attività con finalità esperienziali che riguardano la riproduzione di tecniche e lavorazioni conosciute quali, per esempio, la scheggiatura della selce, l’accensione del fuoco, la lavorazione della ceramica o dei metalli, le tecniche costruttive. L’esperienza archeologica consente sia di imparare che di mettere in atto una tecnica, favorendo la comprensione di quelle che potevano essere le modalità produttive e le problematiche relative a determinate pratiche del passato, suscitando coinvolgimento emotivo nei partecipanti alle attività e innescando quindi un atteggiamento positivo di curiosità nei confronti della tematica archeologica. Per questo motivo, l’attività esperienziale trova un notevole sviluppo nell’ambito dell’apprendimento e della divulgazione.
L’Archeologia sperimentale soffre sostanzialmente di due grossi problemi:
- I reperti archeologici sono troppo preziosi per rischiare che siano danneggiati, pertanto la loro disponibilità per analisi approfondite è limitata (per pezzi unici è addirittura nulla). In tal modo viene a mancare una delle premesse fondamentali per una ricerca sul tema.
- I reperti archeologici sono spesso incompleti, danneggiati, rovinati dall’uso e dal tempo. Questo fa sì che vi siano difficoltà nel trovare elementi che permettono di intuirne le tecniche realizzative; le stesse operazioni di finitura, realizzate in antichità, finiscono per coprire le tracce della lavorazione.
L’approccio esperienziale all’Archeologia si attua su più livelli interconnessi che determinano un diverso rapporto con la tematica storica:
- un primo livello rigorosamente scientifico e sperimentale fornisce dati interpretativi sulla base di dati oggettivi provenienti da contesti archeologici indagati stratigraficamente;
- un livello imitativo fornisce a livello didattico e museale un importante ponte verso la realtà preistorica e storica oggetto di studio, permettendo inoltre di avvicinare il grande pubblico e far interessare i bambini.
- un livello spettacolarizzante completa l’aggancio emotivo e trasforma l’esperienza archeologica in un momento importante non solo per il processo di apprendimento, ma anche per la valorizzazione del territorio e dei Beni Culturali.
Credere vs dimostrare
La Scienza non è una religione, né una cieca sottomissione a quello che qualcun altro ha detto, ma è un metodo, un sistema che porta a produrre conoscenza attraverso esperimenti, ipotesi e dimostrazioni.
La differenza tra Archeologia sperimentale
ed esperienziale-imitativa
- L’ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE è un metodo scientifico di ricerca che, attraverso l’uso attivo dell’esperimento, contribuisce a fornire nuove spiegazioni e a confermare oppure smentire interpretazioni elaborate dai dati di scavo (Reynolds 1999). Allo studio del passato vengono applicate le regole del Metodo Sperimentale (o scientifico empirico) galileiano che si sviluppa in cinque fasi:
- In linea con l’approccio delle scienze sperimentali, questa disciplina impone un rigoroso metodo di lavoro, in modo da ottenere risultati condivisibili, riproducibili e misurabili.
Una caratteristica peculiare dell’archeologia sperimentale è l’interdisciplinarità: il dover indagare sulle tecnologie antiche impone la necessità di istruirsi sulle varie tecnologie e informarsi sui relativi aspetti scientifici per cui, oltre alla manualità dell’archeologo sperimentalista, ci si deve comunque avvalere di altri specialisti quali archeometristi, chimici, biologi, fisici, geologi, etnologi. Per esempio, indagando su come potesse essere realizzata una spada di bronzo, potrebbero essere necessari l’impegno di un fonditore professionale, di un ingegnere meccanico, di un chimico, di un geologo, di uno scalpellino, ecc., competenze tutte supervisionate e messe in relazione dall’archeologo.
Il risultato non è il manufatto riprodotto, ma l’insieme di conoscenze che si ricavano durante il lavoro di ricerca.
- L’ARCHEOLOGIA IMITATIVA non ha il rigore scientifico della sperimentazione archeologica, si limita alla riproduzione di manufatti, ma se condotta correttamente ai fini divulgativi e didattici, concorre comunque a rendere l’approccio al passato un’emozione coinvolgente e stimolante dal punto di vista cognitivo. Le repliche dei manufatti antichi, la suggestione dei segni del tempo, la possibilità di avere un rapporto esperienziale con l’antichità, possono costituire un aspetto importante di un allestimento museale, sono elementi di grande valore nel processo di apprendimento e come tali devono essere colti dal mondo dell’insegnamento quali utili strumenti. Spesso i laboratori didattici vengono accompagnati da un setting altrettanto coinvolgente, la Living History, con la ricostruzione di ambienti e situazioni. In ogni caso, queste pratiche sono direttamente connesse con l’Archeologia sperimentale e l’accuratezza del lavoro scientifico determina la qualità del lavoro didattico e divulgativo.
Attraverso lo studio e la ricostruzione dei processi tecnologici possiamo comprendere i significati adattativi delle tecnologie nel corso dell’evoluzione umana. Conosciamo in dettaglio le modalità impiegate dall’uomo per produrre i suoi manufatti, le difficoltà che poteva incontrare nella fase operativa, la presenza e la funzionalità dei prodotti di scarto.
La sperimentazione permette di elaborare uno schema operativo riproducibile:
- la produzione di un manufatto con una determinata tecnica;
- la comprensione della relazione che esiste tra i processi “in vivo” (living processing) e i prodotti archeologici;
- la dimostrazione o la confutazione di una ricostruzione archeologica.
Per conoscere questi aspetti, non è sufficiente studiarne le testimonianze, ma occorre anche, ove sia possibile, ripeterne i processi. L’archeologo prende in considerazione gli utensili degli attuali popoli “primitivi” e osserva le modalità di realizzazione di particolari attrezzi che sono simili a quelli del passato.
L’archeologia sperimentale si distingue decisamente da quelle “false sperimentazioni” che prevedono la produzione di oggetti o strutture senza il rispetto del rigore scientifico.
Attraverso una accurata analisi tecnologica dei reperti e una valida riproduzione sperimentale è possibile ricostruire un percorso tecnologico che raggiunga i seguenti obiettivi:
- analisi e valutazione delle tecnologie adottate
- tempi e difficoltà di costruzione
- funzionalità
- efficacia e durata dei manufatti.