L'Età del Rame (Cuprolitico, Calcolitico)
- 10mila a.C – 2300 a.C.
Il termine in uso Calcolitico deriva dal greco khalkòs = rame e lithos = pietra ed Eneolitico che deriva dal latino aeneus = di bronzo, evidenziano la comparsa dei primi manufatti metallici mentre si continua e si sviluppa ulteriormente la lavorazione della pietra. Il primo è usato relativamente all’area del Vicino Oriente e dell’Europa occidentale per indicare la fase di formazione della civiltà urbana, mentre il secondo ha avuto origine in Italia ed è entrato in uso nell’Europa centro-orientale. In Europa settentrionale e occidentale sono invece riferiti al Neolitico Tardo e Finale anche i periodi relativi alla presenza dei primi oggetti in metallo.
Non è comunque ritenuto valido il criterio puramente cronologico per determinare i limiti di un periodo, anche perché le innovazioni caratterizzanti l’Età del Rame possono manifestarsi in tempi diversi per cui delimitare in un arco di tempo questo periodo non fornisce una cronologia esatta. La comparsa di oggetti in rame e dell’attività metallurgica sono stati identificati in contesti funerari relativi al Tardo Neolitico e sono in quantità molto ridotta, per cui si tratta ancora di un uso non generalizzato. Il primo manufatto in rame battuto è datato al X millennio a.C. e proviene dall’odierno Iraq; in Asia, le prime testimonianze della sua lavorazione risalgono al VII millennio a.C., ma la produzione di oggetti realizzati con questo metallo diventa comune solo a partire dal V millennio.
La tecnica della fusione viene sviluppata nel Vicino Oriente fra il VI e il V millennio a.C. Per l’Italia è possibile indicare tale periodo tra il 3.400 e il 2.300-2.200 a.C. Il rame, come l’oro e l’argento, si può trovare in natura allo stato nativo; la sua lavorazione consiste in una semplice martellatura effettuata a caldo o a freddo fino a ottenere la forma voluta. In seguito al rame viene aggiunta una quantità di arsenico, che aumenta la facilità di colata e dà maggiore durezza al filo delle lame delle armi; si parla in questi casi di ‘rame arsenicale’.
Altre innovazioni non meno importanti sono: l’introduzione dell’aratro, della ruota e del carro che permettono lo sviluppo dell’agricoltura verso forme intensive con produzioni di eccedenze alimentari; la necessità di gestire un sistema che sta diventando sempre più complesso provoca la nascita di fenomeni elitari e conseguentemente alte concentrazioni di ricchezza nelle mani di pochi o di gruppi. Il metallo, a questo punto, usato come indicatore di status sociale elevato richiede sia la necessità di sfruttare le miniere di rame in modo più organizzato e controllato che la formazione di artigiani specializzati nelle varie fasi della catena operativa della sua lavorazione.
Gli scavi e gli studi più recenti hanno ulteriormente evidenziato l’importanza delle trasformazioni di carattere sociale a cui sono connesse quelle economiche e tecnologiche e si riscontrano soprattutto nei luoghi di sepoltura. Si può ipotizzare un’organizzazione sociale strutturata secondo parentela, ovvero sulla convinzione di avere una discendenza comune e quindi consanguineità.
In redazione
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