Mesolitico

L'Età della Pietra di mezzo

Il Mesolitico costituisce il primo periodo dell’Olocene tra il Paleolitico superiore e il Neolitico (tra i 10mila e i 6.500 anni fa); il termine si afferma agli inizi del ‘900 ed è composto dalla parola mesos = in mezzo e lithos = pietra e quindi significa: Età della Pietra di mezzo.
Il Mesolitico identifica il periodo della Preistoria in cui si verificano importanti mutamenti climatici, per cui gli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori si adattano a nuove condizioni di vita.

Tomba di Téviec (Francia). Gli scheletri di due donne tra i 25 e i 35 anni, morte a causa di violente ferite alla testa.
I corredi funerari comprendono oggetti in selce e ossa di cinghiale ; gli ornamenti sono in conchiglie marine.
Datazione: tra il 6740 e il 5680 a.C.

Nel mesolitico si conclude l’ultima glaciazione, il clima del pianeta registra un rapido incremento delle temperature e il riscaldamento globale causa lo scioglimento dei ghiacciai. L’acqua sommerge gran parte dei territori colonizzati dall’uomo, provocando violente inondazioni e la brusca riduzione dei territori di caccia e di raccolta della vegetazione. Le praterie vengono sommerse e gli eventi modificano radicalmente la geografia mesolitica, frammentando i continenti in arcipelaghi e isole. Le modificazioni territoriali avvenute in Europa sono notevoli, mentre l’arretramento dei ghiacciai alpini aprono nuovi spazi alla penetrazione dei gruppi umani.

L’uomo è costretto ad adattarsi al brusco cambiamento dell’ambiente con nuove strategie di sopravvivenza. La scarsità del cibo, della selvaggina e della vegetazione e la minore possibilità di spostamenti, spinge le prime comunità umane ad abbandonare il nomadismo a favore delle attività stanziali, imparando, così, a vivere stabilmente nello stesso posto, ad addomesticare gli animali e a coltivare il terreno. 
A partire dalla regione della Mezzaluna Fertile, una regione tra l’Egitto e il Golfo Persico irrigata dai fiumi Tigri ed Eufrate, nascono le prime forme rudimentali di allevamento e agricoltura. In Nordafrica questi eventi si verificano con la civiltà Capsiana (10-6mila anni fa): l’uomo inizia a organizzarsi in villaggi realizzati con abitazioni circolari e ad allevare pecore e capre.

La caccia ai mammiferi di grande e media taglia rimane l’attività prevalente, con predominanza delle specie di ambienti forestali: cervi, caprioli e cinghiali, associati a camosci e stambecchi nelle aree montuose, agli uri e agli alci nell’Europa centro-settentrionale; aumenta progressivamente la caccia ai piccoli mammiferi, come conigli e castori, e ai volatili.
Appare diffuso l’uso dell’arco, attestato da rinvenimenti di archi interi o frammentari e di frecce formate da un’asta di legno con cocca alla base, punta e uno o più denti laterali costituiti da armature fissate con mastice. Nelle pitture parietali della Spagna orientale sono raffigurati archi di notevoli dimensioni e frecce con impennatura.
La pesca è ampiamente praticata lungo le coste e in prossimità di laghi e fiumi; il ritrovamento di ‘chiocciolai’, cumuli di conchiglie di molluschi marini, in numerosi siti costieri, ne testimonia la raccolta per l’alimentazione.
Gli abitati vengono impiantati presso laghi o fiumi su suoli sabbiosi su strutture palafitticole; la maggiore densità degli abitati rispetto al Paleolitico Superiore è probabilmente conseguenza di un incremento demografico determinato dal miglioramento climatico, cioè da una maggior estensione dei territori abitabili e da una più ampia disponibilità di risorse alimentari.
Le dimensioni degli insediamenti fanno supporre un’organizzazione in gruppi poco numerosi che si spostano all’interno di territori limitati.

Si riscontra una tendenza generale alla miniaturizzazione dell’industria litica e alla sua standardizzazione, oltre che a una notevole specializzazione. Ricchissima è l’industria su osso e, per alcuni complessi culturali, del legno. Il Mesolitico europeo si articola in diversi tecnocomplessi territoriali in ciascuno dei quali emergono notevoli differenziazioni stilistiche nella morfologia e nella tecnologia dei manufatti, interpretabili come indici di diversità culturali.

Quando le acque si ritirano, facendo riemergere una parte delle terre sommerse, le abitudini umane sono ormai cambiate. Non potendo più contare sulle attività di caccia e sulla vita nomade, l’uomo ha ormai imparato a vivere in modo stanziale, creando una delle pre-condizioni fondamentali per la sua evoluzione nel Neolitico e, successivamente, per la nascita delle prime civiltà della Protostoria.