Laboratorio di scavo archeologico stratigrafico
L’Archeologia ha lo scopo di ricostruire la storia della presenza umana su un territorio partendo dallo studio dei segni che sono rimasti nel terreno, mentre la Geologia studia la composizione dei sedimenti che contengono resti paleontologici o livelli archeologici.
Lo scavo moderno non ha più come obiettivo l’estrazione dei monumenti e degli oggetti nascosti dalla terra, ma la comprensione storica delle tracce umane nascoste nella stratificazione, che l’archeologo deve saper individuare e tradurre. L’archeologo, come un detective, “investiga il passato” e per farlo deve raccogliere tutti gli indizi a disposizione. Il suo mestiere consiste nella decifrazione delle infinite “storie” che la terra e i reperti custodiscono e raccontano a chi sa comprendere il loro linguaggio: l’archeologia è la disciplina che può trascriverli e trasmetterli, a partire dall’applicazione del metodo dello scavo stratigrafico.
Il territorio è il prodotto di un divenire continuo, e anche la piccola porzione di terreno scoperta con lo scavo rappresenta un microcosmo nel quale i fenomeni naturali e le attività umane si sono intrecciati inestricabilmente.
Questa attività laboratoriale ha due scopi fondamentali: il primo è quello di far conoscere il metodo con cui si svolgono gli scavi archeologici, il secondo invece è quello di far capire l’importanza che ha la cultura materiale, in rapporto al contesto in cui essi vengono ritrovati.
Obiettivi
- Fornire un primo approccio alla metodologia e alle tecniche utilizzate nell’ambito della ricerca archeologica, attraverso attività divulgative e pratiche, per scoprire come si indaga nel passato unendo scienza e discipline umanistiche.
- Comprendere l’importanza della cultura materiale in rapporto al contesto in cui i reperti vengono ritrovati.
- Acquisire un metodo di scavo archeologico, di documentazione nel luogo di ritrovamento, di prelievo dei reperti, di setacciatura (distinzione tra reperti veri e propri e terreno, i cosiddetti intrusi), di distinzione dei vari tipi di materiali, di schedatura (descrizione), di pulitura tramite lavaggio.
- Evidenziare l’aspetto scientifico dello scavo sottolineando il grado di precisione richiesto.
- Ricavare informazioni dallo studio e dalla comparazione dei reperti.
Destinatari
Bambini dal III al V anno della scuola primaria, medie, superiori, adulti.
Propedeuticità
Programma scolastico sulla Preistoria/Protostoria/Storia a ed eventuale visita guidata presso il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma.
Raccomandazioni
Indossare scarpe da ginnastica o stivaletti di gomma, abbigliamento comodo e “sporchevole”.
Partecipanti: massimo 20 per gruppo.
Sequenza operativa
Il laboratorio prevede una parte teorica che sarà presentata nella parte introduttiva e approfondita nella fase conclusiva, subito dopo la parte pratica centrale che consiste nello scavo archeologico stratigrafico vero e proprio.
- Breve introduzione al laboratorio
Introduzione allo scavo stratigrafico e ai metodi di ricognizione usati in archeologia
Domande:
– Perché i reperti sono finiti sottoterra?
– Come si cercano i siti archeologici?
– Che cos’è uno strato e come procedere per la datazione dei reperti?
– L’evoluzione umana: alla scoperta delle prime tracce.
– Nuovi ambienti, nuove strategie;
– Il lavoro del paleoantropologo attraverso l’analisi dell’evoluzione umana, degli ambienti e delle testimonianze fossili.
– Il contesto dell’ominazione e le capacità di adattamento.
– Il lavoro dello zooantropologo.
– Il contesto ambientale e le capacità di adattamento in base alle risorse disponibili.
– Metodi di scavo archeologico. - Organizzazione di un cantiere archeologico e suddivisioni dei compiti da svolgere durante lo scavo.
Le indagini preliminari e le attrezzature necessarie.
I ragazzi si alternano nelle seguenti operazioni:
– lo scavo con la cazzuola,
– la raccolta e il setaccio,
– la compilazione della scheda US,
– la documentazione fotografica,
– la raccolta degli oggetti in sacchetti e la compilazione di cartellini,
– il disegno. - Simulazione di uno scavo archeologico
Nell’area esterna adibita allo scavo i ragazzi vengono istruiti a scavare con la propria cazzuola, a setacciare la terra e invitati a prestare una grande attenzione per non danneggiare qualche oggetto. L’emozione della scoperta è sempre grande!
– Scavo di una sepoltura, recupero di materiali ossei e altri reperti;
– Scavo di una fossa di scarico con ossa (di animali) e resti di pasto;
– Oggetti fittili di uso comune.
– Resti di murature, strutture di fondazione, un focolare domestico, ecc.
– L’intruso: alcuni oggetti verranno introdotti per mettere in discussione quanto appreso. - Registrazione dei dati
Compilazione di una scheda US.
Si insegna che lo scavo archeologico asporta gli strati spesso nell’ordine inverso in cui si sono formati. - Documentazione del dato archeologico
Disegno e fotografia dei reperti. - Suddivisione e riconoscimento dei vari materiali archeologici (ossa, ceramica, litica)
Riconoscimento di tipologie vascolari e datazione. - Conclusioni: sintesi, discussione e confronto collettivo
Nella discussione finale vengono sintetizzate e confrontate le esperienze fatte dai ragazzi che vengono stimolati a operare deduzioni e approfondimenti insieme alla guida-archeologa.
Ciascun oggetto ritrovato permette di presentare vari argomenti, fare ipotesi, collegamenti che possono essere più approfonditi in relazione al programma scolastico svolto.
L’archeologo, come un detective, “investiga il passato” e per farlo deve raccogliere tutti gli indizi a disposizione quali:
– lo studio del terreno per ricavare informazioni relative all’ambiente e al clima;
– l’influenza di clima e ambiente sul modo di vivere sulle risorse e sulla capacità di adattamento;
– i pollini e le spore identificati al microscopio per la ricostruzione della vegetazione e per la definizione del clima. L’esame dei microresti vegetali (carboni, semi, frutti, legno) per la ricostruzione dell’alimentazione e dell’economia della comunità;
– la distribuzione dei focolari, le buche di palo, resti di manufatti e di ossa di animali per individuare l’organizzazione dello spazio abitato;
– lo studio delle diverse specie animali per la ricostruzione dell’ambiente e della attività della caccia;
– i resti scheletrici umani per determinare i caratteri fisici, l’età, il sesso, la dieta alimentare (in base all’analisi dei denti) e gli usi funerari, la religione dell’uomo. Dal ritrovamento di ossa in connessione agli oggetti di corredo che le accompagnano, si riesce a trarre quantità sorprendenti di dati che danno vita a stimolanti interpretazioni sulla storia dell’inumato.
– Lo scavo archeologico comporta la scomposizione della stratificazione, di conseguenza, man mano che le unità stratigrafiche vengono individuate ed esposte per raggiungere i livelli più antichi sottostanti, questa viene asportata e distrutta; quindi, è un metodo di indagine distruttivo. Specialmente in aree urbane o nei siti pluristratificati in cui si sovrappongono numerosi reperti appartenenti a epoche diverse, raggiungere e indagare i livelli più antichi di un insediamento può comportare l’irrimediabile distruzione di testimonianze anche significative delle fasi di vita più recenti.