
Niente di meglio di questo articolo potrà descrivere ciò che accadde circa venti anni fa ad un ragazzino appassionato di archeologia …..” stavo camminando per un campo arato da poco. Tra la terra smossa trovai una punta di freccia, mi fermai a raccoglierla sfregandola tra il pollice e l’indice per liberarla dalla terra, ne guardai i ritocchi minuti, saggiai col dito la cuspide accuminata. Mi venne spontaneo pensare per quale somma di circostanze il piccolo oggetto potesse essere giunto nelle mie mani, volevo sapere se fosse stato abbandonato o perduto e da chi fosse stata scoccata la freccia, se avesse colpito un animale o un nemico … è impossibile sapere. Ma vi sono altre domande: in qual modo fu distaccata dal nucleo di selce, se occorse del tempo o solo pochi minuti, se fu necessaria molta forza per tendere l’arco. Sembra che qui una risposta si possa tentare: basta ricostruire un arco, una freccia e provare ad usarli ….” Da qui partirà la mia avventura degli ALBORI.
Di Riccardo Chessa
(brano ripreso ed elaborato da “lo specchio di Archimede” Marella Pelucca)